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Interrogarsi su qual è il fine della scuola e quale, se strumentale o autotelico, il valore di ciò che nella scuola si insegna, di concordare sulla strumentalità socializzate delle conoscenze, risultano essere presupposti privi di senso per chi sia convinto che il sapere è valore e fine in sé, e che nel sapere risiede il fine della scuola. La scuola stessa, affinché il sapere non rinvilisca e si perda, dovrà selezionare attitudini e vocazioni, sostenendo negli studi chi ha dato prova di interesse senza riguardo, ovviamente, né a nascita né a censo. In questo consiste la sola vera democraticità della scuola: mentre sofisma confutato già da Platone, nel Gorgia, è la cosiddetta scuola democratica, nella quale chi non sa decide cosa dovrà imparare, e il maestro non deve rendere agli altri il servizio consistente nell'insegnare loro non solo quello che non sanno, essendone anche curiosi per averne recepita indiretta notizia ma anche ciò di cui neppure sospettano l'esistenza. Sono questi i temi sui quali è doveroso cominciare a riflettere seriamente e meditare, nello spirito del "sed intelligere" raccomandato da Spinoza.